Tutti gli utenti hanno sicuramente notato un cambiamento nel News Feed di Facebook, dove tendono ad apparire contenuti selezionati dall’algoritmo di Zuckerberg.
In base a cosa viene condotto questo screening? Il software individua le pagine e i profili da mostrarci nella Home in base a ciò che più ci piace. E allora la domanda sorge spontanea: come può esser capace una piattaforma online di comprendere le nostre preferenze? L’indice è dato dalle nostre interazioni.
Questo vuol dire che più interagiamo, cliccando sul singolo post, commentando o condividendo, più Facebook riterrà per noi interessante quel contenuto e tenderà a mostrarci nel News Feed profili e pagine in linea col nostro “Like”. Fin qui, nulla da ridire. Potremmo considerare il nuovo algoritmo di Facebook come un metodo per rendere più coerente il nostro zapping online. Se non che tutto ciò si traduce in una graduale ma continua perdita di visibilità di tutti quei contenuti "considerati" meno pertinenti. Lo svantaggio per aziende e brand è un effetto collaterale.
Come funziona l'algoritmo di Facebook?
Entrando più nel dettaglio e trattando la questione dal punto di vista del Social Media Management, possiamo dire che ci troviamo di fronte a un calo della reach organica. Cos’è la reach organica?
Facciamo una precisazione: quando parliamo di Social Media Marketing, esistono due forme per posizionarsi, una si basa sull’organico e un’altra sfrutta l’advertising a pagamento. Nel 2018 la differenza tra organic e paid porta con sé tante differenze anche in termini di visibilità.
Scegliere a monte quale sia la strategia migliore richiede una serie di valutazioni tecniche, che vedremo meglio in seguito e che possono cambiare strada facendo.
Scopriamo cosa è successo alla reach organica dei post. Ne è stata fatta parecchia di strada da quel lontano 2004, anno di fondazione del social blu. Negli ultimi anni com’è cambiato l’algoritmo di Facebook?
- Vengono premiati i contenuti informativi;
- Viene penalizzato il titolo che genera click baiting;
- Sono guardati con favore i contenuti mobile-friendly;
- Vengono favorite le notizie provenienti da fonti affidabili, per contrastare le fake news;
- A partire da gennaio 2018, hanno gradualmente perso di visibilità tutte quelle pagine e quei profili con cui l’utente interagisce poco.
Condannato e considerato come un vantaggio indiretto per tutte le pagine che ricorrono alle Facebook Ads, l’aggiornamento dell’algoritmo è stato motivato da Zuckerberg sottolineando in primo luogo l’importanza delle interazioni. In secondo luogo, lo screening dei contenuti ha un obiettivo ben preciso: far sì che l’utente possa fruire più facilmente di contenuti più rilevanti, selezionati in base ai suoi interessi. Quindi, la modifica va considerata sempre come una miglioria a favore dell’utente.
La conseguenza quasi automatica è stata l’aumento della reach dei post a pagamento, cioè quella derivante dai budget di advertising per le varie sponsorizzazioni.
Dalla parte delle aziende: come contrastare il calo?
Preso atto del calo della reach organica, come possono reagire aziende e brand per posizionarsi ugualmente e sfruttare le potenzialità di Facebook come canale per fare marketing?
Partendo sempre dal concetto di interazione, se la tua pagina è seguita da utenti particolarmente attivi che, a loro volta, fanno community e creano traffico, ci sono buone possibilità che i tuoi post continuino a godere di una rilevante visibilità. Lo stesso vale per tutte quelle pagine con uno storico alle spalle, mentre verranno penalizzate quelle nate da poco o dove la condivisione è poco frequente.
Esistono delle best practices per non rischiare di perdere visibilità?
È possibile sperimentare la strada dell'advertising, fissando un budget giornaliero che aiuti a mantenere quanto più stabile possibile la copertura della nostra pagina. Negli ultimi anni tanti brand hanno aumentato gli investimenti pubblicitari: se parte di una strategia e profilate con precisione, le campagne garantiscono ottimi risultati in termini di engagement e non solo.
Punta sempre sulla qualità dei contenuti! È sicuramente meglio programmare un post in meno a settimana, ma prediligere un testo chiaro, coerente, ricco di informazioni utili per l’utente, che apporti valore e che risulti interessante per chi lo legge. Anche Google premia la coerenza e la presenza di informazioni utili e in linea col target, che soddisfino il search intent dell’utente.
Scegli il contenuto del momento. Per esempio, nell’ultimo periodo sono molto in voga i video: suscitano più interesse e gli utenti cliccano più facilmente. Quindi, valuta se inserire in programmazione una serie di contenuti video che vadano ad aumentare la reach della tua pagina Facebook. Le strategie di marketing puntano tanto sui dati: analizzali e, non appena ti rendi conto che funzionano, puoi scegliere di implementarli.
Avvalendoti dei Facebook Insights, controlla le fasce orarie in cui i tuoi utenti sono più attivi online e imposta la programmazione del tuo post di conseguenza. Anche nel web marketing il tempismo è fondamentale, quindi fai attenzione al timing. Si tratta di un piccolo accorgimento che può farti guadagnare maggiore visibilità.
In genere, favorisci le interazioni, studia il linguaggio adatto in base all’audience a cui ti rivolgi e invoglia l’utente a cliccare. Per esempio, potresti inserire una call to action nel lancio dei tuoi articoli. Ogni minimo dettaglio può fare la differenza.
Alla fine, dai un’occhiata ai dati su Analytics, fonte di informazioni preziose, per scoprire se sei riuscito a contrastare in modo efficace il calo della reach organica causato dall’algoritmo 2018 e come migliorare ancora di più le interazioni sulla tua pagina.
Se non sai da dove partire e hai bisogno di qualcuno che ti indichi e svolga al posto tuo gli step necessari per posizionarti su Google, nella Home di Facebook e aumentare la copertura e le interazioni della tua pagina aziendale, puoi rivolgerti al team di Go Project. Siamo qui per darti una mano e fornirti la soluzione digitale migliore!